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Irriducibile

While Faggin’s theories are thought-provoking, I found it challenging to understand much of the book, even though I read it in my native language. The first part was extremely difficult to grasp, requiring significant effort to stick with it. The second part was less complex and more interesting to me. 

Despite the glossary at the end, I don’t believe it explains the concepts in a way that’s accessible to a broad audience. For this reason, I wouldn’t consider it a popular science book; one needs to have a basic-intermediate level of scientific knowledge.

So, the book fell short of my expectations, sadly, because I was genuinely intrigued to understand why big brains believe we’re more than just physical matter.

The core message of the book is that computers are not like people. According to Faggin, the crucial properties that differentiate them are consciousness and free will. He postulates that if consciousness is solely caused by simple matter, it should be possible to create a machine capable of consciousness, in other words, capable of self-awareness.

However, Faggin thinks that machines will never be conscious because they and humans are made of different qualities. 

In other words, Faggin aims to challenge the materialist dogma by asserting that the world we inhabit is created by consciousness, not the other way around, with consciousness pervading the universe.

However, if consciousness is what we feel, and we don’t seem to have feelings when we sleep, are we not ourselves during sleep? Where do “we” go when we sleep?

Also, if we are consciousness and consciousness is immortal, why does humanity seek immortality? If we are already immortal, why do we want to be immortal? 

While I agree that we are both a part and the whole, I don’t think we are in a position to find a definitive answer to who we are, and I don’t particularly align with Faggin’s explanation (though it’s possible I didn’t fully grasp it).

I must say I became sceptical from the beginning when the author explicitly stated that his curiosity and subsequent studies began with a kind of “awakening” he experienced during a spiritual event. This type of experience isn’t universal, so it can’t be applied to everyone.

This makes me think that any answer we think we’ve found is simply just another coping strategy to the uncertainty and unknown of life.

Italian Version

Sebbene le teorie di Faggin siano interessanti, ho trovato il libro di difficile comprensione. La prima parte era particolarmente ostica e ho dovuto sforzarmi per rimanere concentrata. La seconda parte, invece, era meno complessa ed ha catturato maggiormente la mia attenzione.

Nonostante la presenza di un glossario, credo che questo libro non riesca a spiegare i concetti in modo sufficientemente accessibile ad un pubblico ampio. Per questo motivo, non lo considero di divulgazione scientifica; è necessario possedere una conoscenza scientifica a un livello almeno intermedio.

Ero proprio desiderosa di comprendere il motivo per cui alcune menti brillanti credono che siamo più di semplice materia fisica. Purtroppo, tuttavia, il libro non ha soddisfatto appieno le mie aspettative.

Secondo Faggin, ciò che differenzia i computer dalle persone sono la coscienza e il libero arbitrio. Egli postula che, se la coscienza è causata unicamente dalla materia semplice, allora dovrebbe essere possibile creare una macchina dotata di coscienza. In altre parole, capace di autoconsapevolezza. Tuttavia, Faggin sostiene che le macchine non saranno mai coscienti, in quanto esse e gli esseri umani sono, appunto, composti da elementi di natura diversa.

Faggin mira, quindi, a mettere in discussione il dogma materialista e afferma che il mondo in cui viviamo è creato dalla coscienza e non viceversa. E’ la coscienza a permeare l’intero universo.

Tuttavia, se la coscienza è ciò che proviamo e sembra svanire durante il sonno, ciò significa che non siamo noi stessi in quei momenti? E dove “andiamo” durante il sonno?

Inoltre, se siamo coscienza e la coscienza è immortale, perché l’umanità ricerca l’immortalità? Se siamo già immortali, qual è la ragione della nostra ricerca dell’immortalità?

Sebbene io concordi sul fatto che facciamo parte del tutto e che siamo nello stesso tempo il tutto, ritengo che non siamo in grado di capire chi siamo (ma magari non ho capito la spiegazione di Faggin!).

Devo ammettere di essere stata scettica fin dall’inizio, quando l’autore ha dichiarato che la sua curiosità e i suoi studi sono scaturiti da una sorta di “risveglio” durante un evento spirituale. Questo tipo di esperienza non è universale e quindi non può essere applicata a tutti.

Questo mi fa riflettere sul fatto che ogni risposta che crediamo di aver trovato potrebbe non essere altro che l’ennesima strategia per affrontare l’incertezza e l’ignoto della vita.

Title: Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura
Author: Federico Faggin
Year First Published: 2022
Language: Italian

From Goodreads:

Federico Faggin è il padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia e il mondo in cui viviamo. Con questo libro stravolge ancora una volta il nostro modo di vedere i computer, la vita e noi stessi.

Dopo anni di studi e ricerche avanzate ha concluso che c’è qualcosa di irriducibile nell’essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituirci completamente. “Per anni ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi… È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano… In una macchina non c’è nessuna ‘pausa di riflessione’ tra i simboli e l’azione, perché il significato dei simboli, il dubbio, e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo.”

Il pioniere della rivoluzione informatica arriva così a mettere radicalmente in discussione la teoria che ci descrive come macchine biologiche analoghe ai computer e che tralascia di considerare tutti quegli aspetti che non rispettano i paradigmi meccanicisti e “Se ci lasciamo convincere da chi ci dice che siamo soltanto il nostro corpo mortale, finiremo col pensare che tutto ciò che esiste abbia origine solo nel mondo fisico. Che senso avrebbero il sapore del vino, il profumo di una rosa e il colore arancione?”. Finiremmo col pensare che i computer, e chi li governa, valgano più di noi.

Irriducibile è un saggio entusiasmante, capace di tenere assieme rigore scientifico, visionarietà tecnologica e afflato spirituale, che suggerisce una irrinunciabile e inedita fisica del mondo interiore. Cristallino nelle sue parti divulgative (meccanica quantistica, coscienza, teoria dell’informazione…), illuminante nelle nuove connessioni che propone e, infine, esaltante nell’idea che promuove di come essere davvero, profondamente, umani.